Una nuova bellissima recensione per LULELA nella edizione di ottobre di quiSalento.
Un grazie speciale va a Matteo Tangolo che con attenzione e professionalità è sempre disposto ad ascoltare e leggere le mie produzioni.
Sono lieto di condividere una bellissima recensione scritta da Antonella Covelli per AMANTIDEILIBRI.IT
“Lulela” rappresenta un’esperienza di lettura unica nel suo genere. Per comprenderla pienamente bisogna abbandonare ogni preconcetto, ogni struttura ben organizzata e lineare ed entrare nel labirinto di scelte possibili che è, in fondo, la nostra vita, accettando di sbagliare (ma è davvero uno sbaglio una scelta, piuttosto che un’altra?) ed essendo sempre pronti a ricominciare.
Wonderful review in the editorial section of Jazz Halo: Jazz the Italian way #2. – (Texte © ferdinand dupuis-panther)
EN
“Subconcious-Lee” is like a spring ripple in a soft green…
“Contemplation arises when the guitar solo opens the piece “P.”…
“…A homage to Amsterdam is to be found in “Leidseplein Madness”: It rocks really hard. The saxophone is eccentric, but then it catches itself again and makes a gentle wind whisper. The madness, it seems, to take a break. But then, as you continue listening, you think fireworks rockets are being shot into the sky, and the guitarist lets the strings buzz, howl, whimper, howl. At the end there is the musical “happiness”.
DE
“Einem Frühlingsrauschen im zarten Grün gleicht „Subconcious-Lee“…
“Kontemplation kommt auf, wenn das Gitarrensolo das Stück „P.“ eröffnet…
“..Eine Hommage an Amsterdam findet sich mit „Leidseplein Madness“: Da rockt es ganz gewaltig. Exaltiert gibt sich das Saxofon, das sich dann aber wieder fängt und ein zartes Windsäuseln von sich gibt. Der Wahnsinn macht, so scheint es, auch auf dem Leidseplein mal eine Pause. Doch dann meint man beim weiteren Zuhören, Feuerwerksraketen werden in den Himmel geschossen, und der Gitarrist lässt die Saiten schwirren, jaulen, wimmern, heulen. Zum Schluss findet sich dann noch das musikalische „Glück“.
Our latest album so far will be streamed.
NEW REVIEW ON THE DUTCH JAZZ JOURNAL: JAZZNU.COM
MENTALE REIS DOOR NEDERLAND MET GOTTFRIED dI FRANCO – Jazznu.com
“..So Far is door de persoonlijke beschrijvingen van Nederland een album dat sfeer en individualiteit uitademt. Nergens wordt grof muzikaal geweld aangewend om (vermeend?) vakmanschap te bewijzen. Creativiteit, intimiteit en impressionisme overtuigen veel meer. Strak gecomponeerde delen worden op een natuurlijke wijze afgewisseld met fraaie persoonlijke invullen van de bandleden. Die je gerust als improvisaties mag beschouwen…”
RINUS VAN DER HEIJDEN
“La scrittura di Gabriele Di Franco è costruita intorno ai rocciosi segmenti del passato, ma guarda con occhio vigile e purpureo verso l’irrequietezza del free jazz, dell’avanguardia europea, dove il tenore della guest Marcello Allulli ne declina il verbo, con passaggi ben coagulati dall’uno all’altro emisfero (“Ninja”).
” Aspetta” è dominata dal quel soave senso di irrequietezza costruito intorno allo stop and go e a un ritmo con la cadenza di una marcia bandistica avvolta da mestizia: un lirismo che incontra la ballad rock sottolineata dal torrenziale assolo di Giancarlo Del Vitto che getta benzina sul fuoco con la sua chitarra elettrica.”
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http://www.jazzitalia.net/recensioni/dedalo.asp
NEW REVIEW ON THE DUTCH JAZZ JOURNAL: Jazzflits n. 302
Een debuut-cd is altijd iets bijzonders. Het is nooit zomaar een tussendoortje dat even in elkaar wordt geflanst. Over de debuut-cd ‘So Far’ van Gabriele di Franco en Stefan Gottfried is goed nagedacht. De muziek reflecteert hun helden, hun visie op de geimproviseerde muziek, maar ook de plek waar ze nu zijn neergestreken…”
“Het is een uur eigentijdse jazz met duidelijke wortels in de historie, die zich graag laat herbeluisteren en daarbij aan diepte en zeggingskracht wint.”
SJOERD VAN AELST
JazzConvention.net
“Il nord che incontra il sud, le radici e le ali, la mistura di jazz e world music: sono queste le caratteristiche principali di Intro, primo disco del gruppo pugliese Mynah.
Nove brani originali, che alternano al loro interno momenti di forte intimismo a fiammate che spingono la musica verso nuove frontiere…”
Una bellissima recensione del disco INTRO, opera prima dei Mynah, sul sito Jazz Convention a cura di Flavio Caprera.
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“Il nord che incontra il sud, le radici e le ali, la mistura di jazz e world music: sono queste le caratteristiche principali di Intro, primo disco del gruppo pugliese Mynah. Nove brani originali, che alternano al loro interno momenti di forte intimismo a fiammate che spingono la musica verso nuove frontiere. Il tutto rivissuto attraverso un suono minimale che trova “diverso” sfogo nei due interventi al sax di Vincenzo Presta in Coda e Eleonora.
Il gruppo prende il nome da un uccello indiano, per l’appunto Mynah, che è in grado di ripetere qualsiasi suono in perfetta aderenza con l’originale. La formazione a triangolo consente loro di dialogare in perfetta armonia e nello stesso tempo di avere punti di fuga che li spingono verso latitudini altre, conservando quelle caratteristiche iniziali legate a un suono minimale, diretto e di facile fruizione. Intro è un disco inziatico, nel senso che il viaggio cominciato dai tre li porta in un mondo senza confini con la certezza che i loro zaini contengono la pesante leggerezza delle loro radici.”
Flavio Caprera
jazzconvention.net